Wednesday, October 25, 2006

IL DUELLO

Billy Dakota e Soledad de Castillo erano i pistoleri più veloci a sud di Tucson e tutti, compresi i messicani, dicevano che prima o poi si sarebbero sfidati per il primato assoluto.
Infatti, un freddo mattino di primavera Billy ricevette un messaggio vergato su una letterina celeste profumata al gelsomino: il giovanotto non era proprio in sé, aveva sbevazzato forte dalla notte precedente e, inoltre, senza nemmeno sapere come era finito tra le braccia di Ma' Barkley, una puttana di settant'anni, la migliore in realtà di quella fogna di paese in cui si nascondeva e di cui voleva ignorare il nome. Cazzo, doveva essersi ubriacato davvero di brutto per fare lingua in bocca e chissà cos'altro con Ma'. Mah!
La letterina celeste. Non era una lettera come le altre. In effetti, Billy Dakota non era in grado di leggere o scrivere, roba per persone altolocate, e, perciò, Soledad de Castillo aveva disegnato un omino con il sombrero che sparava contro un omino con la penna da indiano. A fatica il buon Billy riconobbe Soledad nell'omino con il sombrero e se stesso in quello con la penna e non gli piacque affatto che l'omino con la penna facesse la parte del morto. Sotto quella scenetta, infine, c'era una pianta che mostrava tre cactus, un fiumiciattolo ed una montagna erosa dal vento.
Dakota conosceva il posto: baciò Ma' Barkley appassionatamente (la fidanzata ricambiò palpandogli il sedere con una manina rattrappita e velata da un lungo guantone di seta nera), saltò a cavallo e volò ai Tre Cactus. Sì, era ancora ubriaco fradicio, peggio di quanto avesse pensato al suo risveglio.
Soledad - Sole per gli amichetti - lo aspettava da un pezzo:

"Ti fai desiderare, eh bellimbusto?" - lo aggredì con la sua vocina da checca sfondata.

Billy smontò e cominciò a considerare la rivale. Bionda. Capelli biondi e lisci. Occhiblù. Nasino francese. Labbra tumide e carnose. Pelle abbronzata. Non era male quella zoccola di pistolera chicana. Per il resto vestiva come un charro, con stivali verniciati, giacchetta e pantaloni celesti, una fascia bianca stretta intorno alla vita (di sicuro, per mettere bene in rilievo le chiappe) ed un sombrero color champagne che, in quel momento, era assicurato alla sella di Fiordipisello, il cavallo di Sole.
Il vento le scompigliava la chioma luminosa.
Dakota si avvicinò lento e circospetto fino a fronteggiare la sua sfidante che gli sorrideva birichina.

"Facciamo a chi estrae il pistola, prima?" - domandò lei.
"No, a chi bacia meglio." - rispose lui.
"'Mbhè, allora, io... ohooo!"

Il bellimbusto l'aveva già artigliata per il culo, mordendole la bocca e stordendola con una zaffata d'alcool purissimo.
Il rapporto uomo-donna, nel Far West, era di sessanta ad uno e, perciò, gli american cow boys - gli uomini rudi e coraggiosi della frontiera, che hanno edificato un grande paese, piegato una natura ostile e vinto la resistenza delle tribù indiane più ostili - dovevano fare o meglio farsi da soli. Se c'era una signora ogni sessanta maschi, quella poveraccia, pure che ci metteva tutta la buona volontà di questo mondo, quanti ne poteva soddisfare regolarmente? Dieci, venti? A voler essere generosi venti... diciamo venticinque, se proprio era un'indomita baldracca alla Ma' Barkley!... E gli altri trentacinque? Dovevano, appunto, arrangiarsi o accontentarsi di qualche ragazzo disponibile. Di conseguenza, da quelle parti, le checche e le traveste finivano per essere più apprezzate dell'oro.
Sono davvero desolato di distruggere un mito ma John Waine era frocio.

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