Sunday, March 18, 2007

GATTI (2)

Rognoso non è un gatto cattivo ma sfortunato, terribilmente sfortunato. A parte la malattia, che gli è venuta da cucciolo ed alla quale deve il nome, la verità è che sarebbe stato meglio per lui non annusare quella maledetta erbetta che cresceva a piccoli ciuffi tra i mattoni crepati dell'isola Tiberina. Gli è piaciuta. Anche troppo, per dirla tutta. All'epoca, poi, ancora non andava con le micie perché c'erano pezzi di felini ben più grossi e pericolosi, come Re Salsiccia o Tigrotto o Paraculetto, e, perciò, ha finito per prenderlo, il viziaccio.
L'erba agiva (ed agisce tuttora) sul suo sistema nervoso, dandogli un'intensa sensazione di piacere, di allegria e, certe volte, di pura gioia. Ma, quando non la trova o ne ritarda per qualche dannato imprevisto l'assunzione, il suo fiero spirito di gatto trasteverino va in frantumi.
E' diventata un'ossessione. Rognoso ne soffre molto: si accorge di quando le gatte del quartiere gli passano accanto senza guardarlo e compatendolo o disprezzandolo addirittura. Lo evitano tutti, del resto. Perfino i cani. E le mitiche pantegane delle fogne sotto Santa Cecilia non avranno mai paura di lui. Mai. Ecco!
Eheee, la vita d'en gatto tossico è 'na vitaccia de merda! De vera merda.
Rognoso nei momenti più tristi si ricorda di quand'era felice: un piccolo cucciolo, bruttino ma pieno d'energia, il primo della sua generazione a fare il bidon tour, violando il territorio dei grandi! E , se proprio vuole farsi del male, ripensa ai lunghi pomeriggi in cui dava la caccia alle farfalle (senza riuscire a prenderle) nel pieno della primavera romana ed il mondo era un paradiso, anche se non se ne rendeva conto.

1 Comments:

Blogger filippo fricca ricca said...

bellissimo
i gatti
sono un business ;)

3:25 AM  

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