Thursday, April 26, 2007

LA SCOPERTA TOPOGRAFICA

Quando il papi aveva regalato a Luigino la maschera con il boccaglio e le pinne, si era voluto accertare che il cicci avesse davvero compreso l'importanza di quel dono e così gli aveva detto:

"Ricordati, Luigino, che i tesori più belli si trovano in fondo al mare."

La successiva, ineluttabile carezza intendeva proprio sottolineare l'importanza del momento, una sorta di rituale di passaggio celebrato sotto l'ombrellone.
In effetti, Luigino si rese subito conto delle potenzialità dei mezzi a sua disposizione ed iniziò ad esplorare coraggiosamente i fondali degli abissi (a non più di dieci metri di distanza dalla mami). Quell'estate, comunque, trovò una conchiglia enorme. S'imbatté in una tartaruga vecchia e lenta. Ingaggiò una fiera battaglia contro un pesce drago che pensava di poter morire in pace vicino al tratto di costa dov'era nato ma che con ogni evidenza aveva commesso un errore di valutazione.
Un giorno, verso la fine delle vacanze, il cicci decise di eludere la sorveglianza della mami e nuotò oltre l'ultimo faraglione. Quindi, andò ad infrattarsi in un'insenatura sconosciuta e... all'improvviso, in quel verde universo liquido, si accorse che c'erano delle gambe. Due gambe tornite, levigate e sode. Le circumnavigò con attenzione e, alla fine del giro, riemerse e ciò che vide fu come una rivelazione (!): un caldo intreccio di riccioli mori setosi fradici che gli comunicarono un senso di assoluta vertigine, di benessere e di eccitazione. Quella massa pelosa scomposta ed indecifrabile, in particolare, si produceva in uno sbuffo un po' barocco proprio sopra una piega a forma di V, come un arzigogolato bocciolo rosa appena dischiuso nella carne biancolattea di quel florido ventre.
Più tardi Luigino corse dal genitore, ciabattando con le pinne sulla sabbia e gridando a gran voce:

"Papi papi, i tesori più belli si trovano fuori dal mare, sulla terra!!!"

Friday, April 20, 2007

GATTI (3)

Valentino è un bel gattone nero che si muove sinuoso, come una femmina, da quel gran seduttore che è sempre stato. Ancora cucciolo, quand'era solo una palletta di pelo con due occhietti gialli gialli (due lucette luminescenti), ha fatto innamorare di sé una delle ragazze più corteggiate di Trastevere e da allora sono stati dolori per i vagheggini di Santa Maria sopra Minerva perché quel dannato micetto ha sempre reclamato per sé tutte le coccole della bella! E lei lo accudiva e lo vezzeggiava e gli sussurrava delle parolette così dolci ma così dolci che non pochi avrebbero rinunciato volentieri ad una parte del corpo, pur di sentirle risuonare soavemente nelle LORO orecchie.
La bella non aveva più tempo per gli innamorati!
Uno, spinto fin sull'orlo della disperazione, fece un ingegnoso tentativo per eliminare Valentino: catturò una gatta in calore, una miciona rossa con gli occhi di giada, un vero schianto felino e la segregò nel cortiletto antistante al palazzo, dove viveva la bella con il suo adorato ciccino, come lo chiamava nei momenti di intimità.
La micia mugolava e si lamentava, si lamentava e mugolava finché Valentino perse la testa e si gettò su di lei dal quinto piano. Per fortuna era già grandicello e, perciò, finì per rimbalzare sui mattoni del cortile e volteggiare in aria. La successiva ricaduta venne attutita da un ramo di platano e l'adorato ciccino semistordito roteò in tal modo sull'Isola Tiberina, chiedendosi dove avesse sbagliato (troppa rincorsa?). Parecchi automobilisti rallentarono spaventati sul lungotevere...

"E chi cazzo è? L'Omo Ragno?" - si domandò uno, in particolare.

La bella corse a recuperare il suo micetto e per evitare altri spaventi del genere decise di fargli tagliare le palle (ahia!). Con la conseguenza che Valentino divenne sempre più grasso ed indolente e, quindi, sempre più bisognoso di vezzi e coccole, assorbendo tutto il tempo residuo della padroncina. Quest'ultima non esitò a lasciare gli ultimi tre o quattro fidanzati, scornando l'attentatore il quale, comunque, si riconsolò, adottando la miciona rossa e non facendole mai mancare nulla.
Eh, avevano ragione gli Egizi che consideravano il gatto un essere divino.
Valentino, pure senza gli attributi di un tempo, riesce ancora a tener avvinta a sé "la bona tra le bone".

Monday, April 16, 2007

DIRITTO ALLO SCIOPERO

Da una statistica dell'ISTAT il quaranta per cento degli impiegati pubblici è venuto a sapere che riceve lo stipendio soltanto perché il restante sessanta si spacca la schiena anche per loro. Che vergogna! Ci sono persino dei funzionari dello Stato che osano lavorare per un salario da fame (una media di 1.200/1.300 euro mensili), gettando così il discredito sull'intera categoria. Gli elementi più politicizzati si attaccano immediatamente al telefono e si fanno sentire da quegli altri pusillanimi dei sindacalisti! Il passaparola si mette in moto e, mentre l'indignazione monta, si provvede ad organizzare una manifestazione di protesta, a Roma, fra lo stupore dei mass media e l'incredulità di Prodi che, in buona fede, pensa di stare su Marte.
Nemmeno una settimana dopo, centinaia di migliaia di impiegati nullafacenti e parassiti sfilano per le strade della capitale (e le cifre non sono gonfiate!). Un corteo altrettanto lungo non lo si vedeva dai tempi della Grande Marcia di Mao, quando si trattava di far mollare la Cina a quel filoimperialista di Chang Kai Scheck.
Vengono gridati i più improbabili degli slogan...

SI AL LAVORO DEGLI ALTRI!!!
SE IL LAVORO E' UN VALORE PERCHE' NON LO PAGATE?
IN PARLAMENTO VI AMMAZZATE DI FATICA, VERO?

Non mancano i provocatori: un giornalista va ad intervistare il leader del movimento (i NO LABOUR), un grassone che si crede il più intelligente di tutti perché non fa mai un cazzo.

"Non vi sembra di esagerare?"
"Giovanotto, porta rispetto a chi la sa più lunga di te."
"Già sei proprio un furbone tu... lo sai che è per colpa della gentaglia come voi, se mi hanno fatto un contratto da cococò?"
"Ti sta bene, leccaculi della RAI!"
"Impiegato di merda!"

Si picchiano al cospetto di due celerini che si sono seduti su un marciapiede ed hanno deposto i mitici manganelli.

"Interveniamo?" - domanda il più giovane dei due.
"Lascia che si scannino a vicenda... per quei quattro soldi che ci danno non vale la pena di menare le mani." - gli risponde il più anziano.
"Peccato: è così divertente spaccare le teste!"

Intanto, la piazza esplode.

Tuesday, April 10, 2007

LA PEDOPHILE

Madame Fleurdalise siede serena sul banco degli imputati.

"Non prova vergogna per la sua condotta?" - la interroga incalzante il pubblico ministero.
"Niente affatto. Mi considero al contrario una benefattrice dell'umanità." - risponde lei in tono piccato.
"Benefattrice perché seduceva i nostri giovani figli non ancora giunti sulla soglia dell'adolescenza!?!"
"Ma certo! Li riempivo di tenerezza, li coccolavo, li amavo... tutti, nessuno escluso! Senza contare che impartivo loro anche una corretta educazione sessuale."
"Questo... questo è scandaloso!"
"O preferiva forse che si guastassero la vista a forza di masturbarsi su quelle odiose riviste o che andassero con le peggiori prostitute di strada, prendendosi chissà quali malattie?"
"Ma..."
"Lei è un moralista, un bacchettone, un baciapile!!! Vada a leccare i preti."

Il giudice del dibattimento è incantato dall'esile figura di madame Fleurdalise, una bionda quarantenne sofisticata ed altera. Alta. Magra. Fasciata in un impeccabile tailleur color lavanda. Con due gambe a dir poco strepitose. Ed un culo stratosferico!

"Signor magistrato non interviene?" - si lamenta il pubblico ministero.
"Eh? Ah, si! Madame Fleurdalise si limiti a rispondere alle domande."
"Oh, signor magistrato, troppo facile! Si ricorda di quando aveva quindici anni? Avrebbe desiderato che una donna come me si interessasse ai suoi bisogni, che le spalancasse i cancelli del fantasmagorico mondo dell'eros nella maniera più dolce e delicata possibile e che, infine, l'amasse sinceramente?"

Il giudice soffre: sta lì lì per consentire... ma non può, dannazione, non può!

Tuesday, April 03, 2007

LA GRANDE MORIA DELLE VACCHE

Il mio era un ufficio come gli altri: i professionisti capaci ed onesti erano sfruttati peggio degli schiavi al tempo dell'impero romano mentre quelli che non sapevano fare niente facevano carriera a rotta di collo. Oddio, non è giusto affermare che in particolare le signore, quelle che facevano carriera beninteso, non sapessero fare proprio niente: ognuna aveva la sua specializzazione, in realtà. Chi era brava in un modo, chi in un altro eppure le qualifiche ufficiali non rendevano bene l'idea. Pr, curatrice dell'immagine, creative woman, topa manager... tutti nomi metaforici.
Un giorno i profitti dell'azienda iniziarono a calare. Calavano e calavano e calavano. Ben presto ci si rese conto che si era quasi raggiunto il punto del non ritorno ed il Gran Capo, il Presidente dei Presidenti, un'Entità quasi metafisica, di cui alcuni mettevano in dubbio persino l'esistenza, decise che i pompini stavano cominciando a costargli davvero troppo.
La mattina seguente mi recai a lavoro e non trovai più né una pr, né una curatrice dell'immagine, né una creative woman e neppure una topa manager piccina piccina. I loro uffici erano chiusi. Nessuno sapeva che fine avessero fatto... non c'era rimasto neanche l'odore.
Il fenomeno appena descritto è noto presso gli esperti di settore, ancora oggi, come LA GRANDE MORIA DELLE VACCHE.

Thursday, March 29, 2007

I SACHEM

Aquila che vola nel plumbeo cielo ha riunito il consiglio dei sachem per decidere sulla sorte di Gatta Selvatica, Forellino Dolce e Calda Boccuccia: ultimamente le imprese di quelle tre si sono rivelate pericolose addirittura per la sopravvivenza stessa della tribù.

"Forellino l'accasiamo nel taipee di Uccello di Legno, così le sue mogli la pianteranno di lamentarsi per via della loro relazione segreta." - propone Nube nera, dopo aver aspirato una larga boccata dal calumet.
"Gli obblighi familiari la faranno maturare: è una buona idea. " - approva Aquila.
"Ma, allora, è vero che tra i due..." - mormora Ascia insanguinata.
"Non sono affari nostri ma sì, è tutto vero." - riprende Nube.
"E di Boccuccia e Gatta che ne facciamo?" - domanda Aquila che non gradisce le distrazioni.
"Gatta Selvatica è diventata ingestibile da quando Uccello ha mostrato di preferire l'amica a lei." - osserva Nube.
"Mi preoccupa anche Boccuccia: è furba ed ha la lingua lunga... non sai mai dove va a parare." - continua Ascia.
"Ci sono! Possiamo sacrificare un paio di ronzini ed un vecchio fucile per proporle in matrimonio al sachem di un altro villaggio, uno che non le conosce, è ovvio!"- esclama Aquila.
"Gatta ha fascino ed a prima vista incanta... forse forse ci riusciamo. - sentenzia Nube - Peccato, però, per quel suo caratterino."
"Ma nessuno se le prenderà mai tutte e due insieme." - scrolla il capo pieno di penne Ascia.
"Resta fuori Boccuccia? Bene, la vendiamo al bordello di Ma' Barkley. Ci facciamo una cassa di acqua di fuoco o qualche doppietta sempre buona per impallinare i visi pallidi che sconfinano."

Il consiglio approva.

Sunday, March 18, 2007

GATTI (2)

Rognoso non è un gatto cattivo ma sfortunato, terribilmente sfortunato. A parte la malattia, che gli è venuta da cucciolo ed alla quale deve il nome, la verità è che sarebbe stato meglio per lui non annusare quella maledetta erbetta che cresceva a piccoli ciuffi tra i mattoni crepati dell'isola Tiberina. Gli è piaciuta. Anche troppo, per dirla tutta. All'epoca, poi, ancora non andava con le micie perché c'erano pezzi di felini ben più grossi e pericolosi, come Re Salsiccia o Tigrotto o Paraculetto, e, perciò, ha finito per prenderlo, il viziaccio.
L'erba agiva (ed agisce tuttora) sul suo sistema nervoso, dandogli un'intensa sensazione di piacere, di allegria e, certe volte, di pura gioia. Ma, quando non la trova o ne ritarda per qualche dannato imprevisto l'assunzione, il suo fiero spirito di gatto trasteverino va in frantumi.
E' diventata un'ossessione. Rognoso ne soffre molto: si accorge di quando le gatte del quartiere gli passano accanto senza guardarlo e compatendolo o disprezzandolo addirittura. Lo evitano tutti, del resto. Perfino i cani. E le mitiche pantegane delle fogne sotto Santa Cecilia non avranno mai paura di lui. Mai. Ecco!
Eheee, la vita d'en gatto tossico è 'na vitaccia de merda! De vera merda.
Rognoso nei momenti più tristi si ricorda di quand'era felice: un piccolo cucciolo, bruttino ma pieno d'energia, il primo della sua generazione a fare il bidon tour, violando il territorio dei grandi! E , se proprio vuole farsi del male, ripensa ai lunghi pomeriggi in cui dava la caccia alle farfalle (senza riuscire a prenderle) nel pieno della primavera romana ed il mondo era un paradiso, anche se non se ne rendeva conto.